martedì 17 marzo 2015

Impressioni in terracotta

Benvenuti o bentornati, volevo oggi dedicare alcune righe ad un fatto quasi privato accadutomi alcuni mesi fa. Come vi avevo già detto sono un commerciante, quindi tra i miei doveri/piaceri c'è anche la quasi periodica visita ai miei fornitori: dovere, perchè magari mi vedo costretto a rimandare ulteriormente lavori già da troppo tempo trascurati, piacere, perchè una volta giunto sul posto, si ha modo di rinsaldare quei rapporti umani che, durante l'anno, vengono filtrati da fredde mail fatte di ordini e conferme d'ordine, o addirittura gelate dalla fastidiosissima e quasi aliena lingua del fax (secondo me quel bip biiip biiiiiip bip, lo è) che riceve o manda parole che non abbiamo più tempo di dirci a voce. Comunque, tornando al fatto che volevo raccontarvi: siamo a metà Febbraio, fa freddo, la macchina è fredda, anche il cancello che si apre con un cigolio da brivido ha freddo, gli alberi in banchina hanno freddo, ha freddo l'erba (poca) sotto gli alberi in banchina, erba che riposa ricoperta da uno strato di brina, che non mi fa pensare alle festivita natalizie, ma solo ed essenzialmente al freddo.... Un bar... lascio la macchina in moto con il riscaldamento al massimo, entro, ordino un caffe e un cornetto (quello che fa più male tra quelli esposti, non vi dirò mai com'era!), sicuramente mi aiuta a migliorare il mio umore invernale, pago, torno alla mia macchina (che quasi mi avvolge con il suo tepore), accendo la radio, cerco una stazione non troppo rumorosa ma neanche sonnolenta, cintura e parto, destinazione: Toscana. Durante la strada ho la fortuna di ricevere poche telefonate, il che mi permette di godermi il paesaggio incantevole dei colli senesi, un leggero sole fa capolino da est spuntando dalla nebbia. Parafrasando Ligabue, alle volte la radio sembra capire chi sei, mi accompagna come un vecchio amico che mi conosce da sempre. Forse la giornata si sta aggiustando, insieme al mio umore. Ore 11:00, arrivato. Parcheggio e scendo dall'auto, quello che mi accoglie è un sole quasi primaverile, la luce che diffonde sfiora e rimbalza su colori caldi e tipici del posto in cui mi trovo. Colori di terracotta, vasi di terracotta, fioriere di terracotta, orci di terracotta, statue di terracotta, terracotta ovunque, terracotta a destra, terracotta a sinistra, la terra che calpesto ha il colore della terracotta. Il viso della persona che mi accoglie ha il colore sano della terracotta. Che bella giornata! Dalla stretta di mano formale passiamo ad un abbraccio. Come va? A casa? I figli? L'Italia? Un caffè? Magari! Quella che segue è una visita all'azienda, mi vengono mostrate le novità, illustrate le idee, mi fanno partecipe dei progetti e delle aspettative, ci scambiamo pareri e strategie, un qualche “speriamo” e un “sarà”, poi mi accompagna in laboratorio, ed è qui che mi è accaduta quella cosa particolare che ora cercherò di descrivervi. Mi viene presentato il signor Duccio (nome, soprannome o diminutivo di cosa non lo saprò mai!). Ricordo vagamente l'aggiunta che a memoria del mio fornitore, il signor Duccio era sempre stato lì, lavorava prima con suo padre, ora collaborava con lui da più di 20 anni. Aveva circa 70 anni, color argilla, ve lo giuro!, color argilla. Rugoso, scolpito da solchi profondi creati dal sudore del lavoro onesto, sopracciglie grigie lunghe e folte, ma di un grigio perfettamente in linea con il color argilla del volto. Un cappello antico, non vecchio, antico, da foto in bianco e nero. Mani enormi, callose, strane, quasi aliene, deformate dal continuo contatto con l'acqua e l'argilla. Un sorriso aperto e trasparente, semplice, saggio, da farmi ricordare alcune tele rinascimentali, uno di quei personagggi sempre in secondo piano, ma sempre presenti,un quadro vivente di fronte a me. Il signor Duccio sta creando con la terracotta, sta plasmando un piccolo animale con le sue mani enormi, mentre lo plasma l'animale sparisce per poi riapparire ogni volta più completo. Lo guardo ammirato, incredulo, invidioso. Mi guarda e sorride, sono sicuro che mi legge dentro, ha letto la mia invidia, mi chiede se voglio provare, e cosi dicendo si toglie il sinale in cuoio per passarmelo. Lo blocco, ho paura. Paura di non riuscirci, ma sopratutto ho il rispettoso timore di dover interrompere un artista durante il suo lavoro. Di nuovo lui sorride, ha letto anche questo, e forse capisce. Prende quindi un mucchio di argilla fresca, lo sbatte con forza sul tavolo, lo spiana fino a formare una forma aforme della misura di un piatto, intinge quindi le sue lunghe dita in una bacinella d'acqua e le passa sulla forma per lisciarla. Senza chiedermi il permesso mi prende la mano destra e la appoggia su quella forma, spinge, imprime la mia mano sull'argilla umida, la toglie, mi passa uno straccio per pulirmi e con un sorriso che non dimenticherò mai più, mi saluta tornando al suo lavoro, estraniandosi da noi e da tutto il resto. Mi guardo intorno perplesso, intorno a me non è cambiato niente, il laboratorio è quello di prima, il mio fornitore, che sembra non aver assistito a tutta la scena, è accanto a me come lo era prima, il signor Duccio è intento nel suo lavoro. Poi capisco, quello diverso sono io. Ho avuto un contatto, sono entrato in simbiosi per un'attimo con la vera essenza della Terra, Terra con la T maiuscola. Nell'attimo stesso in cui il signor Duccio ha premuto la mia mano sull'argilla, tutto il mio essere si è fuso, è tornato alle origini, quella sensazione di umido sulla mano, mi ha riportato quasi nel grembo materno, una sensazione inspiegabile di protezione e appartenenza ad un qualcosa di semplice, perfetto, pulito. Che forse anche noi non siamo fatti di argilla? Argilla e acqua. Modellati per caso o per volere divino, argilla e acqua. Lascio lo straccio con cui mi sono pulito su di un tavolo accanto a me ed esco all'aria aperta, e al fresco di febbraio mi sveglio da quell'incanto. Il mio fornitore è con me e parla, dopo qualche secondo capisco anche quello che dice, cerco di prendere il filo del discorso, ci riesco, tutto è tornato normale. Normale? Altre chiacchere, un aperitivo, un saluto, un abbraccio. Di ritorno. Passa del tempo, quasi non pensavo più all'accaduto, soltanto un qualche cosa che frulla in testa senza mai uscire fuori. Un giorno arriva il solito corriere con i soliti pacchi, e tra questi ce né uno per me dalla Toscana, per me!, non per l'azienda che dirigo, c'è sù il mio nome, il mittente è il mio fornitore di terrecotte. Lo apro curioso, all'interno, sotto innumerevoli strati di giornali, trovo il mio palmo su di una tavoletta di terracotta, lo stampo che feci quel giorno, quel giorno splendido in Toscana, mi riaffiora il ricordo. C'è anche un bigliettino piegato in due, lo apro, lo leggo, cinque parole. Il signor Duccio è morto. Da quel giorno in bella mostra sulla mia scrivania, c'è una tavoletta di argilla, ogni tanto la guardo, ma per poco tempo, poi devo distogliere lo sguardo, mi si appanna la vista. Forse quel giorno in Toscana per un attimo ho capito qualcosa. Forse




P.S. Il cornetto era con la nutella, ma non credo abbia importanza.

lunedì 9 marzo 2015

Melechiacchiere

Benvenuti, benvenuti a Melechiacchiere, blog di meleclick dedicato all'arredamento e alle mille sfaccettature che vi girano intorno.

Come è nata l'idea di Melechiacchiere?
Più che un'idea è stata quasi un'esigenza, una conseguenza logica a varie domande che mi sono state fatte da molti clienti in questi anni di attività.

Quale attività?
Come quale attività! Sono un commerciante, vendo prodotti on line, prodotti di qualità, prodotti di arredamento, arredo bagno, arredo lavanderia, giardino, e molto altro, ma sempre inerente all'arredo casa, o al mantenimento della stessa. Quindi userò questo blog praticamente per rispondere alle domande più frequenti, curiosità e idee che abbiamo o avremo in futuro.

Praticamente tratteremo una vastissima gamma di argomenti, avremo modo di spaziare su materiali, modi di produrre, tendenze abitative, colori, idee, nuovi mercati, mostre ecc.ecc., avrò cura di darvi nuove punti di vista, andremo insieme alle fiere, vedremo le nuove proposte delle aziende produttrici, faremo domande, intervisteremo i creativi, intervisteremo anche quelli che creativi non sono, quelli che puntano sulla tradizione, sullo stile retrò, e via dicendo. Sarà insomma un viaggio durante il quale spazieremo e toccheremo vari lidi, a volte sarà divertente, a volte sarà istruttivo, a volte curioso, ma, questo lo prometto, mai noioso o ripetitivo, inconcludente o addirittura disinformato e approssimativo.

Concludo questa mia presentazione dandovi appuntamento prossimamente su queste pagine, da dove inizierà questa mia/nostra avventura nel vasto mondo dell'arredamento, mondo che vi garantisco, nasconde un mondo, che nasconde un mondo con un mondo di............